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Articoli 2002/03

 

19 dicembre 2002

La profezia

Autore : Pane

Articoli 2002/03

Mimombo Stars - Rovellasca       3 - 1    (Serie D maschile)

 

   C’eravamo lasciati mentre, il Walter si stava dirigendo verso la casa di re Max vecchio re dei corleti.

   Prima di poter partire però, lo scudiero di capitan Panscia dovette dare man forte ai compagni che, stavano difendendo per l’ennesima volta le mura amiche del palamimombo.

  La battaglia, si è rivelata più dura del previsto, con i forti combattenti di rovellasca che  hanno cercato in tutti i modi di saccheggiare il palamimombo, ma lo spirito del mimombo ha dato quel qualcosa in più hai venegonesi.  Ciò gli ha permesso, di far sì che, le mura del palamimombo rimanessero ancora inviolate, anche se, l’esercito di re Ezio, deve ricominciare al più presto le manovre per ritornare a quella maestria che aveva dimostrato qualche mese fa.

  Finita la battaglia polemica Walter, subito si mise in marcia per raggiungere la sacra reggia di Max re delle genti dei corleti.

  Il pessimista dopo un lungo viaggio arrivò finalmente al cospetto del vecchio re Max, fu introdotto nella sala da pranzo del re Re e, con grande stupore vide intorno alla tavola schierati tutti i vecchi guerrieri del mimombo: Filippo, capo delle genti dei Versilia, Cantarelli il Largo, Carlone il Lungo e Cesare, so' bello solo io Broggi.

  Questi lo fecero sedere e, dopo aver spolpato con grande accuratezza la carcassa dell’animale sacro ai mimombo, ne presero le ossa, le portarono al cospetto del vecchio re, questi dopo averle fatte ricadere sul tavolo cominciò a leggerle.

  Pessimismo tornò al cospetto di capitan Panscia con in mano la pergamena della profezia.

  Il nostro capitano radunò noi mimombo, ci fece sedere e cominciò a leggerla.

  La profezia era redatta in una lingua antica, e recitava: ” il prim cumbatent a duaria esser nat in genari il stes giurn dun alter”.

  Subito Valerio spiegò che era nato il nove di gennaio e che quindi era lui uno degli eletti.

  Dalle retrovie una voce si alzò e disse: ” eccme so pasquale, guerriero campano, corso in vostro aiuto, dopo aver avuto l’apparizione della madonna delle sette rose, che mi indicava la strada, anche io sono nato il nove di gennaio”.

  I primi due combattenti erano trovati e la profezia si dimostrava esatta.

  Capitan Panscia continuò nella lettura: ” il terzo ed il quarto guerriero devono sembrare fratelli, anche se non lo sono, il quinto ed il sesto lo devono essere”.

  Dalla compagine schierata dei mimombo uscirono due uomini alti ed un po’ ciondolanti, erano i forti gemelli Rossoni, guerrieri mozzatesi, famosi per le smisurate doti fisiche che, ormai da anni risiedono al palamimombo, avendo trovato nelle verdi colline venegonesi, il loro abitat naturale.

  Gli altri due guerrieri che dovevano sembrare fratelli senza esserlo non si trovavano.

  Noi mimombo incominciammo a guardarci ed ecco, come d’incanto, venire avanti il Puma che teneva sotto braccio un suo clone, era Giussy un guerriero delle sperdute lande del varesotto, approdato sulle colline venegonesi portato da capitan Panscia.

  La profezia continuava in una lingua sempre più sconosciuta e consigliava il nostro condottiero su come dovevano essere schierata le truppe, parlava di come utilizzare Terlo il forte e Ricky il mornaghese, dopo essere stati risanati nello spirito, avendo loro vissuto, troppi anni sotto l’impero oscuro.

  All’ultimo capoverso, capitan Panscia, si fece scuro in volto. Ricominciò a leggere la profezia, a voce alta, in una lingua quasi comprensibile a tutti.

  La profezia così recitava: ”Esta profetia avverasi può se mimombo pugnandi coraggiosi saranno, se il mimombo popolo li appoggerà e se pluribus unum resteranno come ora sono…..”

  Dopo queste parole tutti si ritirarono nelle loro tende, prima di dormire meditarono sul significato confuso di quella profezia. Ancora intimoriti dall’orrendo e pericoloso esercito degli orchi d’Inveruno ma, un po’ più consapevoli della loro inaspettata forza.

 

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