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Articoli 1999/00

 

26 maggio 2000

Il giorno del massacro
Autore : DJ

Articoli 1999/00

Mimombo Girls - Agorà Volley   3 - 0

2a Divisione femminile - ultima giornata

 

  Agli albori della civiltà occidentale, v'era nelle nostre terre un piccolo regno nel quale si compivano le gesta di leggendari combattenti.   I loro volti, come i loro nomi, si perdono nell'oblio della notte dei tempi ma, le loro imprese manterranno vivo il loro ricordo anche nei tempi a venire.  E allora non si potranno dimenticare re Filippo II  Il Lupo, Higlander Cantarelli, il cosacco Catania e neppure il Pota, l'uomo delle valli, colui che riusciva a comunicare indifferentemente con uomini, bestie e simili.
  La nostra storia comincia all'albeggiare di un caldo giorno della scorsa estate quando, don Ezio Filigaur ed il suo prode seguace Pane, il cui cuore non era ancora minacciato da gabibbi e capiufficio, incontrarono sulla strada di Lonate il buon Pota.
  Quest'ometto, ormai vecchio, logoro e provato dagli stenti della vita agreste si dilettava in una causa senza speranza, l'addestramento di uno sparuto e spaurito nugolo di amazzoncelle che solo un generoso e assai benevolo fato ha promosso di categoria.
  Il Pota camminava barcollando a piedi nudi dicendo:"Stavo inseguendo il coniglio zoppo, quando... ho visto la luce". 
  Viste le condizioni assai instabili del viandante, il buon don Ezio lo invitò a venire a farsi ritemprare nel castello di Venegono.   Dopo alcuni giorni, quando l'ometto si fu ripreso, tutti si accorsero della levatura del personaggio, che ormai si riteneva perduto tra le leggende delle nostre terre.
  Riconosciutolo, gli venne proposto di rimanere al castello e di addestrare, forte della sua ventennale esperienza, le Mimombo Supergirls, le amazzoni di Venegono.
  Il moro valligiano prese allora questa argillosa massa informe vi sputò sopra e modellò una squadra a sua immagine e somiglianza.   Ma il risultato gli somigliava troppo quindi, schifato, distrusse tutto e ricominciò da capo.
  Poi dopo molti infruttuosi tentativi ottenne un risultato che lo compiacque  e soddisfatto, o meglio sfinito, si riposò.
  La sfida era ormai lanciata, le battaglie si susseguirono fin da settembre a ritmo incalzante, dal lago alla pianura, dal Manzanarre al Reno, le donne fucsianero collezionarono successi a ripetizione giungendo persino, nel freddo inverno, alla leadership.
  Ma l'avverso destino era, come sempre, in agguato e con diaboliche ed improvvise frecciate malevoli affossò i sogni di dominio delle balde giovincelle venegonesi.
  Si giunse così all'atto finale : nell'ultima giornata si affrontavano le infide Agoriniche donne di Lonate, che tanti lutti addussero ai Mimombo.  Per le Pota's Girls lo scontro  era molto più importante perché la vittoria significava promozione in prima divisione.

  26 Maggio 2000 - ore 21:00
 
  Le nubi che per tutto il giorno avevano indugiato sulle valli, ammorbando con una velenosa cappa di caldo gli animi già bollenti delle guerriere, piangevano silenti alcune sparute gocce di pioggia, senza mascherare la tensione che incatenava anche le più alte sfere celesti.
  Molte le persone che si accalcano, sulle pendici del colle prospiciente  il campo di battaglia, per assistere all'evento.   Tra di essi si può individuare la più ricca nobiltà delle due città, gli anziani avi delle guerriere, lo smadonnato Pane giunto ad adorare l'immagine del rovinafamiglie che gli polverizzò il cuore in una fredda vigilia di Natale, El Puma ormai senza stampelle e il Carlone pronto ad essere squartato da un improbabile medico.   E tra la folla, giunge il Gabibbo.  Qualche lonatese, avendo paura che le balde fucsianero infierissero sulle loro protette, che corrisponde a sparare sulla Croce Rossa, aveva chiamato S.O.S. Gabibbo.
  E quindi, ecco che il panzoruto rosso pupazzo si presenta tra la gente con il suo anomalo accento belga.
  La battaglia ha inizio e le donne della capitana Dany Sette Coltelli nascondono astutamente le loro vere intenzioni, lasciando che le streghette avversarie ed il parterre lonatese pregustasse il successo.  Così le fucsia nero regalano alle bimbe dell'Agorà il primo scontro, simulando anche un certo affanno ed una strana apatia.
  Ma le donne di Venegono sono da sempre infide e riservano alle avversarie un amaro risveglio.
  Prima vittima è la povera e fragile Carnelli cui una Supergirls spezza una gamba, mentre don Ezio Filigaur incita le sue protette ad infierire sull'avversaria a terra.
  Pochi istanti dopo, l'amaro destino della Bonetti e delle sue sorelle appare ormai segnato e, mentre la libera Francy  ipotizza il gioco a 7 come schema del futuro, la geniale Rossa con una terribile mazzata riduce di una taglia l'air bag della fedifraga mollatrice di Pane.
  Infine sale in cattedra Sonia il Martello di Odino che abbatte le ultime speranze della malevola Broggi e delle sue alleate, massacrando e umiliando le lonatesi oltre ogni ragionevole previsione.  Sonia smette di infierire sulle avversarie solo quando ormai il campo di battaglia è intriso del loro sangue e ormai non c'è più nulla da fare.   Le donne dell'Agorà vengono seppellite sul posto.
  In città iniziano i festeggiamenti per la promozione, giunta dopo una lunga e difficile stagione di battaglie.
  Ma la mente del divino Pota vaga già verso altri lidi, sognando nuovi strepitosi traguardi, sul luminoso sentiero che conduce alla gloria.

 

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