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La tempesta che
aveva percosso le valli si era da poco placata ed il caldo Sole di Maggio
scacciava le cupe nubi che si erano addensate nei giorni antecedenti.
Le prime luci dell'alba illuminavano terre inondate dalla furia
degli agetni atmosferici ed è in questo scenario che alcuni loschi figuri
si avviano lentamente verso quel lago memore di innumerevoli loro
successi.
Privi di molte importanti pedine e della guida spirituale di Mastro
Gelasio corso dal Papa a comunicargli il quarto segreto Fatima (la ricetta
della porchetta alle sarde), i teneri virgulti dell'orticello venegonese
si avviano svogliatamente verso la pantofolaia cittadina di Ispra, andando
incontro all'amaro destino.
Si sarebbe voluto vendicare l'umilante sconfitta subita tra le mura
amiche, ma il Dio dei calendari volle a tutti i cosi mettere i bastoni fra
le ruote dei mostriciattoli fucsianero e programmò lo scontro per il
periodo più infausto dell'anno : la domenica mattina.
Tale periodo della stagione primaverile dovrebbe essere infatti
dedicato a ben più piacevoli e morfiniche attività e non alla
celebrazione della violenta e lussuriosa pratica della pallavolo.
Stanchi ed assonnati, i cuccioli di casa Mimombo iniziano comunque
la loro fatica con risultati non scandalosi.
Dopo un inizio lento, il buon Pane torna dal Bar con cornetti e
cappuccino che rivitalizzano chimicamente i pulcinella dei colli vengonesi,
grazie all'apporto caffeinico. Sono cambiati i tempi ed i
protagonisti, sono ormai pochi coloro che possono ricordare quando durante
le partite si sorseggiavano ben altre bevande, dall'alcolico contenuto.
Incredibilmente, data l'ora, i Mimombo Stars si vennero a trovare
in vantaggio per due a uno.
Ma la giornata volgeva ormai alla sua metà e, colti da un
improvviso desiderio di spaghetti alla carbonara seguiti da polenta e
cassoela, gli amici del mimombo cominciarono a rumoreggiare. Tale
brusio di voci e stomaci in subbuglio sali nel silenzio del palasport di
Ispra, finchè re Max non salì in cattedra dicendo: "Basta
ragazzi, è ora dell'aperitivo. Oggi offro io."
A questa prodditoria dichiarazione, la mente degli alcolici
fucsianero reagì ad una velocità superiore a quella del decadimento di
una particella subatomica e la loro uscita dall'impianto ispriota fu
dell'ordine dei nanosecondi.
Tristi e sconsolati, ai pupi di Ispra non restò altro che giocare
quarto e quinto set da soli, rischiando comunque di perderne uno dei due.
E' vero, si è perso, ma era anche domenica mattina... e che
diamine.
Un boato accoglie l'ingresso in battaglia dello Shadow
Warrior di Venegono che riceve la simbolica benedizione di Don Ezio de
Filigaur vescovo della città che saltella sul sagrato danzando per la
gioia e cercando di nascondere le lacrime che inondano le platee.
Proprio al piccolo battezzando, supportato dagli esperti e paterni
compagni spetta l'onore della mazzata finale che fa stramazzare al suolo
gli Induisti di Induno.
Il sipario della notte dolce e ristoratrice si chiude sulle
feste dei vincitori cui il destino sta preparando nuove battaglie, nuovi
avversari e nuovi e più congrui trionfi.
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