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Articoli 1999/00

 

17 marzo 2000

Per vincere domani
Autore : DJ

Articoli 1999/00

Paletti Elettrici - Mimombo Stars   1 - 3

 

   Sono giorni oscuri per le terre del nord.
  Le nostre lande vivono un era di contrasti e di lotte in cui il futuro, in continua ed inarrestabile evoluzione , non appare più come una lunga e tortuosa strada piena delle curve e degli ostacoli che la vita propone, ma come una stretta ed infida carrettiera di montagna, immersa nella nebbia dell'oscurantismo.
  Ciò che si temeva, si è inevitabilmente verificato.
  Il malvagio Imperatore, dopo aver assediato e conquistato molti castelli, regni e ducati della Padania, ha posto il suo presidio nella piazzaforte di Biandronno, conquistata dopo una sanguinosa battaglia.
  Tale città è ubicata in un sito strategicamente importante in quanto studiato affinché possa divenire la testa di ponte per l'invasione delle nostre terre.
  Mentre questo perfido IV Reich espande i suoi territori espugnando uno dopo l'altro tutte le fortezze incontrate sul suo cammino, i nobili ed ogni uomo libero delle terre varesotte giura fedeltà alla causa della lotta all'invasore e, nella località di Varese, nasce la Lega Lombarda II.
  Ma l'armata imperiale dopo aver sbaragliato anche questa forza d'opposizione, si ritrova con la strada spianata per procedere all'invasione delle nostre terre, sotto la guida di un giovane ufficiale, lo Sturmbannfürer Giovanni.
  Solo una speranza rimane quindi al mondo per contrastare la dilagante follia che l'impero diffonde nei suoi domini.  Questa inalienabile risorsa, questo ultimo baluardo contro le forze del male, non è rappresentato da null'altro se non dalla splendente stella dei Mimombo Stars.
  Spinti da un innato senso di giustizia e libertà, le armate fucsia nero, con alla testa la saggia e volenterosa guida di re Max, si avviano verso la Biandronn Hill, dove il Reich ha collocato il grosso del suo esercito.
  Gli armigeri di Venegono sono ormai solo l'ombra di ciò che furono.  Da quando  un fato malevolo si è accanito su di loro eliminando in rapida successione molti baldi e valorosi cavalieri, ma soprattutto, da quando il sogno di unificare il regno sotto la sacra corona della stirpe Mimombo è naufragato , l'animo dei guerrieri è precipitato negli abissi della rassegnazione, relegando nell'oblio la consapevolezza della divina missione cui sono chiamati.
  Malgrado la dovizia con cui mastro Obi Wan Gelasio li ha preparato alla tenzone, l'animo derelitto dei membri della nobile brigata prelude ad infausti destini.
  Mentre procedevano lungo la via che conduce alla piazzaforte nemica, prima ancora che fossero in vista dei lunghi paletti elettrici che indicano il presidio imperiale, l'allarme risuonò tra le fila dei cavalieri fucsia nero :" Un imboscata".
  Colti alla sprovvista, i nobili guerrieri furono costretti a ripiegare sulle colline sovrastanti la piazzaforte.
  Il momento era grave.  Lo scoramento pervadeva gli animi, le ferite dolevano nella mente ancor più  che nel fisico dei guerrieri e la paura si diffondeva melliflua, come una sottilissima nebbia, anche tra i soldati più valorosi.
  Cogliendo la gravità della situazione, re Max chiamò a se gli tutti i suoi uomini e rivolse lo sguardo al cielo dicendo : "O Dio delle battaglie, tempera d'acciaio il cuore dei miei soldati.  Non lasciarli invadere dalla paura.  Togli loro la facoltà di contare, se il numero dei nemici deve scoraggiarli.   Non oggi, o signore, non ti ricordare delle nostre vittime  di tante battaglie.  Ho fatto seppellire i loro cadaveri e su di essi abbiamo pianto più lacrime di quante gocce di sangue la violenza ne fece sgorgare."
  Poi rivolgendosi ai suoi uomini :" A cavallo valorosi cavalieri, osservate quella misera schiera di schiavi asserviti all'impero.  Sono molti, troppi per noi, non abbiamo in noi sufficiente sangue per macchiare le spade di tutti loro.   Ma la lotta contro le forze del male è una missione, non una competizione e non c'è posto alcuno per chi arriva secondo.  Per ciò miei fidi trasformate il vostro sguardo in quello della tigre, fate gridare ai vostri antenati, che ci guardano dall'alto dei cieli, che siete degni della vostra stirpe come mai io dubitai."
  Senza  attendere il comando dei loro generali, i guerrieri si lanciarono verso il nemico pronti a lasciare le ossa sul campo di battaglia.   
  L'impeto ed il desiderio di libertà dei nobili delle insegne fucsia nero non fu sufficiente a cancellare la superiorità dell'esercito invasore che sconfisse non senza fatica l'armata venegonese.  Ma non fu una disfatta e molti superstiti riuscirono a far perdere le loro tracce nelle tenebre della notte.
  In una tetra, squallida e polverosa locanda posta in un vicolo di un piccolo villaggio assoggettato all'impero, uno sparuto gruppo di uomini e donne, raccolto attorno ad un tavolo, trama nell'ombra.
   Portano lunghi cappucci che nascondono i loro volti e discutono sommessamente della battaglia appena conclusa.
  Poi uno di loro si erge in mezzo agli altri, si scopre il volto.
E' re Max  e i personaggi seduti attorno a lui sono i superstiti della sua armata.
  Il re, ora privo della corona, si rivolge a tutti loro dicendo : "Noi non ci arrenderemo, noi non ce ne andremo nel silenzio.  Questo momento verrà ricordato dai posteri come quello in cui dal profondo di questa terribile notte, noi abbiamo gridato al mondo il nostro diritto a vivere e a lottare per la libertà. 
  Un giorno valicheremo le montagne, attraverseremo le valli e supereremo le colline con un nuovo esercito.  Giungeremo fino all'imperatore per gridargli in faccia tutto il nostro disprezzo.
  Verrà il giorno della nostra rivalsa.  Nessuna notte è tanto lunga da non permettere al Sole di risorgere… noi risorgeremo."

 

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