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Articoli 1999/00

 

15 febbraio 2000

La tigre e la cozza
Autore : DJ

Articoli 1999/00

Caronno varesino - Mimombo Stars   2 - 3

 

      Quasi smarrita nel fitto fogliame della giungla, la pesante bestia avanzava lentamente sforzandosi di non pensare agli innumerevoli errori commessi negli ultimi tempi.
  Procedendo in caccia di una nuova preda, la belva della prealpi aveva attraversato valli e fiumi ed ora stava infiltrandosi coattamente in una anomala fredda savana dove però, il colore paglierino degli alti e secchi arbusti consentiva una più semplice mimetizzazione del suo manto appariscente.
  Ansia e paura dominavano però i suoi pensieri. 
  Eoni sono trascorsi da quando la natura incontaminata e i grandi rettili dominavano incontrastati la superficie terrestre e mesi sono ormai passati da quando lei, la tigre di Venegono, sovrastava senza alcun timore le Higlands padane.   Ora nuovi nemici dalle zanne più taglienti e nuovi predatori dagli istinti omicidi si aggirano tra le sue terre seminando terrore morte e devastazione al loro passaggio.
  Nuove strade, nuovi sentieri di caccia devono essere ormai ricercati per poter individuare prede dalle carni tenere e succulente.
  Le ferite riportate negli scontri con i nuovi predatori dolgono tuttora, ma non sono quelle a causare i problemi maggiori.   Più grave è lo stato d'animo che la sconfitta crea, la sensazione d'impotenza, fronte al nemico,  la paura di essere nuovamente sopraffatti e di dover sopportare un'altra volta l'onta amara della sconfitta.
  A dargli la forza, per rimettersi in caccia, è l'istinto assassino della tigre, rinvigorito dal sapore del sangue riassaporato la scorsa settimana dopo lunghissime settimane di fallimenti e sconfitte.
  Per la caccia di quel giorno, aveva fatto molta strada.   Non era il posto più lontano in cui aveva dovuto recarsi per cacciare, ricorda bene quando aveva dovuto camminare fino alle rive di un lago,  dove dopo un estenuante combattimento si era nutrita delle prelibate carni dell'animale lacustre guardando lo spettacolo di un lago in fiamme.   
  Giunto alle soglie di una radura, il felino individua finalmente la preda.  Questa volta la selvaggina appare inerme e debole.  Per questo la belva fucsia nera non si preoccupa dei possibili rischi connessi all'assalto di un animale che non ha mai visto prima.   La preda, infatti, è un caronno, uno strano animale della savana padana, combinazione genetica di un tapiro cornuto e una cozza.
  Improvvisamente ed inaspettatamente, calò la nebbia sulla radura.  Con passo felpato, si avvicina alla preda poi, sicura di sé, la tigre si lancia allo scoperto avventandosi rapidamente sull'animale impaurito. 
  Ma l'abbandono prematuro del sicuro scudo costituito dagli alti arbusti, si rivela un grave errore.  Il caronno avendo individuato l'arrivo dell'opulento predatore reagì tempestivamente, colpendo il grosso predatore sul fianco con le sue corna muschiate. 
  La tigre, che certo non si aspettava tale reazione, inverte il senso di marcia torna a nascondersi nella folta vegetazione, dove può leccare con dovizia la nuova ferita aperta sul vello striato.
  Sentendo montare la rabbia, il feroce felino abbandona gli indugi e, aggirando la preda, la assale alle spalle.   Niente dà più soddisfazione, alla tigre venegonese, del sentire le proprie zanne nelle carni della preda, tenere come una tagliata di cavallo cotta alla griglia.   Due rapide zannate costringono il piccolo animale a terra, apparentemente in attesa dell'ineluttabile destino.
  Ma non fu così.   Avvertendo l'approssimarsi del tristo mietitore, la vacillante mente della preda, reagì concentrando tutte le energie in un unico ed estremo tentativo di difesa.   Con le corna di cui era dotato, eloquenti della fedeltà del partner, colpì l'assalitore, colto nuovamente di sorpresa da una preda che immaginava ormai già infilata sullo spiedo.
  Tra adrenalina ed ormoni che gli annebbiavano la vista la tigre riuscì a ritrovare un minimo di lucidità per azzannare alla gola il tenero caronno, lasciando laceri brandelli di carne e frammenti sfilacciati di carotide, pendere dal cranio, quasi completamente staccato dal collo.
  Dopo essersi saziata delle carni dell'infida preda, la tigre riprende il suo cammino ma, le ferite riportate, da un così docile animale, inducono la sua mente a lunghe meditazioni.
  Nel lungo cammino verso casa, un amaro e rassegnato  pensiero si fa largo nella sua mente: "Forse siamo alle cozze !!"

 

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