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Il manipolo di guerrieri fucsia nero uscì dal villaggio gallico di
Venegono per assaltare l'accampamento romano di Indunum Olonium, al fine
di proseguire nella sconfitta delle guarnigioni avversarie. Dopo Portum
Ceresium, Luinum et Cunardum, toccava ora agli Indunensi assaporare il
valore dei combattenti gallici. Ma forse, dopo aver difeso le mura dai
banditi mornaghini, si riteneva l'accampamento già conquistato... e
questa mentalità risultò fatale al manipolo di baldi giovani.
Alla guida del baffuto druido Panoramix Gelasio, i 12 guerrieri
scelti, insieme al capo Abraracourcix "el puma" Broggi, si
diressero verso la piana sede della battaglia. Mancava il re Max I dei
Corleti, intento ad accudire il futuro figlio del Sole, Daniele I. Le
prime linee furono il tristo Pane, Kaiser Bruno, El Tiburon Corrado,
U.V.A. "Thunder" Mirko, Stefano il Grillo Mascherato e il
principe Moreno della Padania Occidentale, con Alexander dei Lombardi,
ancora fresco di beatificazione papale, battitore libero.
L'attacco della formazione gallica sembrava destinato a buon fine,
ma i legionari della guarnigione romana, guidati dal loro decurione
Palleggiodoppius, ribattevano colpo su colpo e combattevano con ardore;
alfine il primo assalto, dopo una lunga e stremante battaglia, fu respinto
dai romani, con grande dispendio di sudore.
Ma Toutatis e Belenos, dei che finora avevano benevolmente
camminato al fianco del vascello fucsianero, improvvisamente abbandonarono
la masnada fucsianero, lasciandola sprofondare nell'abisso. Il secondo
assalto veniva agilmente rintuzzato dai legionari romani, e la disfatta
aveva inizio,
culminando nell'abbandono del tristo Pane, ancora cuore infranto, portato
nell'infermeria del campo, a causa di una malvagia stregoneria gialla e
rossa lanciatagli da due centurioni di passaggio; con le danze
propiziatorie
di Krusty Paolone e con l'aiuto di Alexander, centurione in incognito con
i suoi paramenti telefonici verdi, fu preparato immediatamente un
contro-sortilegio contro il veleno che scorreva copioso nel suo sangue.
Intanto la battaglia infuriava e le perdite erano sempre più
consistenti…a nulla sono valse le eroiche gesta di tutti i combattenti
scesi nell'arena, dal monaco idraulico Arbonico a Guz, dal Taniwha Vaccaro
a Pessimismo Walter, paladino del fortino fucsianero nonostante fosse
ancora sofferente per l'incantesimo subito contro i banditi mornaghini. La
battaglia fu amaramente persa, il vascello fucsianero veleggiava
tristemente verso il porto amico, ora bisogna difendere le antiche mura
venegonesi dagli esuli comunitari di Ispra.
Un saluto al Kaiser Bruno che lascia il castello per seguire un
corso di guerriglia in quel di Albenga, ti aspettiamo per combattere di
nuovo fianco a fianco.
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